CONVIENE FARE TRADING SPORTIVO SE HO UN LAVORO E UNA FAMIGLIA?
In Italia, come in larga parte del resto del mondo, è pieno di appassionati di sport, in particolare di calcio.
Scommettere sul calcio è nella maggioranza dei casi una mania e soprattutto un vizio che rovina, spero solo in parte, le tasche dei "drogati della bolletta".
Ma grazie alle statistiche presenti online (sia storiche che live), grazie alle interviste ai grandi pro del betting, ecco che col passare degli anni, molti si sono fatti furbi e hanno capito che
1 - è meglio mollare perché guadagnano solo quelli che si impegnano;
2 - devono impegnarsi per diventare come loro.
Il problema è che non tutti hanno tempo, energia, voglia e intelligenza per diventare bravi come i grandi pro del betting internazionale.
Il betting professionistico è un vero e proprio lavoro, con la differenza che rispetto ad un lavoro tradizionale non c'è nè un datore nè una serie di clienti, ma il concetto è lo stesso:
ogni giorno bisogna essere sul pezzo, andare a vedere sempre i soliti siti, magari cercarne di nuovi incrementando la mole di informazioni a nostra disposizione, per poi valutare se e quando entrare ed uscire dai trade calcistici.
Non è una FIGATA come molti possono pensare. Lo è quando si vince tanto, bene, con continuità. Ma all'inizio non è affatto così perché si è preda di insicurezze, paure, ecc.
Se, quindi, è una specie di lavoro, se richiede tempo ed impegno, capisci benissimo che non puoi starci dietro pensando di ottenere chissà quali risultati, se hai già un lavoro che ti impegna 35, 38 o 40 ore a settimana, se hai una famiglia a cui stare dietro con tutti i vari impegni.
Quello che molti trader dilettanti non capiscono è che, così come esistono appositi consulenti finanziari per gli investimenti tradizionali, così ora esistono consulenti per effettuare con successo (si spera :P) investimenti nel mondo del betting attraverso singole speculazioni.
Perciò se hai già un lavoro full time e una famiglia, dal mio punto di vista, è molto difficile che tu possa avere voglia e tempo per fare anche trading sportivo, specie se consideriamo che questa attività non viene vista di buon occhio dalla massa e quindi sicuramente anche da tua moglie o tuo marito.
O fai poche operazioni con stake importanti tramite cui nella maggioranza dei casi guadagnare cifre importanti, oppure non ha senso per i motivi scritti prima.
Un'altra soluzione è rivolgerti a chi ha invece tempo e può gestirti il capitale. Sto parlando come avrai capito di un CONSULENTE FINANZIARIO.
Ma, attenzione, non di quei FINTI consulenti che in realtà sono dei rappresentanti di una banca et similia, ma di VERI consulenti (con partita IVA da autonomici e che si contano sulle dita di una mano, o quasi) che usano gli strumenti che ritengono essere i migliori senza pressioni esterne e che hanno l'interesse di rendere profittevoli gli investimenti dei loro clienti, perché dietro non hanno nessuna banca che gli pari le chiappe.
Ci dev'essere ovviamente una rendicontazione e una equa suddivisione degli eventuali profitti. Io, ad esempio, chiedo il 30% dei profitti. Altri, magari, chiedono una % più bassa ma anche un fisso.
Senza RENDICONTO non esiste questa professione. Farti gestire soldi aspettando dopo 6 mesi un qualsiasi rendimento non ha senso, perché magari i soldi te li dà, ma sono quelli di un altro cliente... (schema Ponzi).
Ah, non essendo un commercialista, ti invito a porre al tuo questo quesito:
"Se faccio compiere ad un mio consulente delle operazioni di trading sportivo, i cui codici AAMS saranno relativi al suo conto, devo inserire i profitti nella dichiarazione dei redditi?"
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