Mi rendo conto che questo titolo porti ad estremizzare in maniera banale un concetto interessante legato alla motivazione e crescita personale, però penso che le cose accadono se tu davvero le vuoi.
Se non vuoi nulla, e bisogna capire come mai sei in questa condizione di apatia e sfiducia, magari sei incappato in svariate delusioni di vario tipo, non creerai nulla.
E sappi, ma già lo sai, che nessuno ti aiuterà, a meno che tu non ti rivolga ad un professionista della psicologia, della salute fisica, dei rapporti di coppia, del lavoro, ecc.
Poco più di 10 anni fa mi trovavo in una situazione negativa e imbarazzante.
Ero completamente sperso, anche perché non accettavo praticamente alcunché di questa società.
Un po' come ora (e chi legge da tempo il mio blog la sa come la penso su tanti aspetti della vita), con la differenza che negli ultimi anni da semi-passivo sono diventato attivo (non c'entra nulla il sesso ahah). Una specie di passaggio da beta a sigma (alfa no, non potrei mai esserlo e gli alfa mi fanno davvero pena e schifo), e questo anche grazie al mio cane perché inizialmente dovevo aiutarlo e proteggerlo, poi perché dovevo stargli dietro, dargli ordini, occuparmi cmq sempre di lui e poi perché mi sono fatto influenzare dal suo caratterino...
i cani mi hanno fatto capire che se vuoi una cosa o vuoi far capire una cosa, beh devi prenderla o esprimerti a riguardo. Se qualcuno non accetta...beh tu abbai e lo mandi affanculo ahah.
O attacchi per primo o sei fottuto. Oppure, ancor meglio, ed è un po' quello che fa il mio cane - e in questo mi somiglia molto - te ne stai per i fatti tuoi, poi se qualcuno ti rompe le palle, con uno sguardo di ghiaccio gli fai capire che deve andarsene.
Lo sguardo e la postura sono fondamentali per ottenere rispetto.
Vabbé, dicevo...
Ad un certo punto mi sono svegliato e mi sono detto:
"Se non mi sta bene questa società, se non voglio vivere come viene imposto dall'alto e dagli altri, devo imporre la mia visione e decidere io cosa fare".
A me piacciono tante cose e per tanto tempo ho fatto confusione provando una strada e poi un'altra. Non penso sia un qualcosa di negativo, magari un limite dal punto di vista della crescita economica, ma non certo umana.
Prima di essere dei soggetti economici siamo degli esseri umani, chi più semplice, chi più complesso come me.
Quindi ho sperimentato, ho studiato, ho pensato, ecc.
E tutte le varie esperienze sono importanti perché forgiano il tuo carattere e ti fanno capire sempre di più chi sei, cosa ti piace, cosa vuoi, ecc., rapportandoti con lo spazio, il tempo e il prossimo.
Così, dato che tutti parlavano di soldi senza però averne mai troppi, e senza badare a questi in maniera davvero seria e professionale ("Mah sì sono in banca, ci pensa la banca, non so quanto ho guadagnato, spendo e spando perché la vita è una, bla bla bla"), e notando come nel betting tutti facessero le famose lenzuolate, mi sono detto:
"Qua posso mettermi in gioco andando contro la massa perché questa vuole guadagnare tanto facendo poco e male, mentre sono sicuro che si possa fare poco, ma bene, guadagnando con buona regolarità dandosi delle regole, cercando stats, dati, numerini".
Iniziai così a creare i miei primi pronostici dandomi delle regole ben precise:
nei pomeriggi di mer, gio e ven mi mettevo a guardare i dati presenti su siti come Soccerway e tanti altri. Mi segnavo i dati di maggior interesse, li valutavo, nel frattempo andavo alla scoperta delle varie qualità o difetti di squadre e calciatori che all'epoca non conoscevo (questo perché per alcuni anni smisi di seguire il calcio in favore di motocross e mtb).
Al sabato mattina facevo le mie singole o max triple e poi valutalo il risultato.
Mi ero dato quindi delle regole che riuscivo sempre a rispettare anche se la cosa poteva essere a volte molto noiosa. Ma avevo una specie di obiettivo o per meglio dire mi ero dato la missione di cercare di capire come fare a guadagnare soldi nel mondo del betting, perché vedevo alcuni amici che non guadagnavano per via di pochi risultati sbagliati.
Nessuno pensava: "Allora tolgo 3 partite dalle multiple". Io invece sì.
Non ci voleva un genio, cosa che infatti non sono.
E nessuno lo pensava perché volevano tanto con poco. Volevano guadagnare 100 rischiando 2.
Poi è arrivato il betting exchange e ho potuto avere più tempo libero perché operavo, come faccio tutt'ora, soltanto nei giorni delle partite, senza passare gli altri pomeriggi a cercare dati per fare i pronostici che non faccio più.
E grazie al betting exchange, pur rimanendo un feroce critico della società, posso fregarmene di tante cose che accadono in giro.
Inoltre sono diventato anche molto più veloce nel pensare, ragionare e parlare.
Ho capito, insomma, che se qualcosa non ti piace, magari non puoi cambiarla e rivoluzionarla, ma puoi cambiare te stesso creando una sorta di tuo piccolo mondo, così come puoi cercare di imporre al prossimo le tue idee.
Una volta mi vergognavo di dire "Eh no, non lavoro" (non ho mai avuto un lavoro stabile e serio, che ho odiato dal mio primo noiosissimo stage a tempo pieno... che merda fotonica!), e mi capitava di dire "Speriamo di trovarne uno...".
Ora che guadagno col betting per me non è un problema dire "No, non ho un lavoro tradizionale e neanche lo voglio!" Lo dico in una maniera che lascio interdetto l'interlocutore.
Se bisogna rispettare il prossimo, non si capisce perché il prossimo debba imporci la sua visione (sua...) senza rispettare la nostra.
Ognuno di noi è unico e col tempo conosco sempre meglio me stesso, quindi so sempre di più cosa voglio e cosa no, cosa posso fare e cosa no. So bene, ad esempio, che la mia mente e il mio fisico, da sempre veloci e scattanti come un turbo, non potrebbero farmi lavorare tutti i giorni per 8 ore al giorno più straordinari, riunioni, cene, trasferte, viaggio casa-lavoro-casa, ecc., come un diesel.
Io devo lavorare poco e in quel poco tempo esprimo tanta energia.
Tutti o quasi badano alla quantità:
tanti soldi
tanti oggetti
e così via.
Ma la qualità?
Non è che se spendi tanto e frequenti tanta gente allora vivi meglio, sei felice e soddisfatto.
Anche qui bisogna conoscere il proprio carattere e i propri gusti. Preferisco frequentare poche persone, spendere poco ma bene e trovare soddisfazione da ciò che vedo, penso e faccio, che non vuol dire andare alle Maldive o altre cose.
Per vivere bene c'è bisogno di serenità, equilibrio e libertà. E queste cose le possiamo trovare anche in una collinetta dietro casa. Chi va alla ricerca di non si sa bene cosa dall'altra parte del mondo o sogna di andare sempre al mare in vacanza, è perché è insoddisfatto. Quindi deve cambiare vita quotidiana, ad esempio licenziandosi e facendo trading footballistico :)
Concludo affermando che se vuoi guadagnare dal betting exchange per fare ciò che vuoi nella tua vita, stare al mare dal lun al ven e operare il sab e dom, oppure dormire tutto il giorno a casa ahah, puoi farlo, non devi essere un genio, devi solo conoscere almeno uno sport, fare delle prove, analizzare qualche numeretto e darci dentro con grande continuità.
Ci sono aziende che fanno miliardi vendendo panini, non si capisce perché tu non possa guadagnare 2.000 euro al mese col betting.
E ricordati che una persona che guadagna in autonomia è per forza una persona libera perché potrà dire quello che vuole. Invece una persona che dipende da qualcosa ci pensa su non solo 10 secondi ma anche 1.000 minuti e poi sta zitta.
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