Com'è cambiato il betting nel corso del tempo!
D'altronde ora si parla non a caso di trading, quindi si cercano le occasioni live per poi uscire appena si è in profitto (poi dipende dalla percentuale) o appena si nota che le cose stanno andando al contrario di quello che ci si aspettava.
Ma non solo, infatti, parlo per esperienza personale, all'inizio, quando uno pensa e agisce da pronosticatore e scommettitore, vuole impegnarsi in 1.000 partite e avere sempre ragione.
Poi più passa il tempo, più uno si stufa a dover stare appresso ai dati di tutte queste partite per ogni singolo week-end.
Così ad un certo punto si opta per fare meno.
E quando si vuole fare meno, cosa che si può fare solo se si è degli abili selezionatori, bisogna adeguare il proprio rischio alla quantità limitata di operazioni.
Stamattina stavo proprio riflettendo tra me e me a riguardo di ciò.
Se io negli ultimi tempi faccio molte meno operazioni rispetto al passato, devo continuare a usare percentuali basse o no?
Secondo me no, poi ovviamente dipende dalla partita, dalla quota, dai minuti.
Il concetto di fondo è questo:
se ho uno storico in cui i numeri sono dalla mia parte, il che non vuol dire assolutamente averci azzeccato sempre, e se appunto voglio limitare la mia operatività per operare meno ma meglio, vivendo meglio, ecco che se vorrò guadagnare come se non più di prima, oltre che sfruttare l'interesse composto, dovrò anche aumentare un po' la mia esposizione.
Passando ad esempio dall'1 al 2% o dal 2 al 4%, ecc.
Dobbiamo tenere in considerazione, però, i filotti negativi abbastanza ampi in cui incappiamo di tanto in tanto. Ad esempio 1 o 2 volte l'anno mi capita di sbagliarne fino a 10 di fila! Ovvio che se andassi a usare il 10% sarei fregato. Ma se uso il 4%, che poi abbasso al 3% dopo 3 operazioni negative e che abbasso a sua volta al 2% dopo ulteriori 2 o 3 op. negative, e se esco senza perdere mai o quasi il 100%, ecco che non correrò grandi rischi.
Quindi vi invito a riflettere in maniera dinamica sulla vostra esposizione :)
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