Nel corso della mia "carriera bettistica", ho notato una grande quantità di occasioni in cui la mia mente voleva fregarmi o, per meglio dire, sabotarmi.
Faccio 2 esempi molto semplici.
1° caso:
ci ho azzeccato, sto vincendo la scommessa, il guadagno in termini monetari è buono ma non eccelso, percentualmente invece è interessante.
Che succede?
Succede che non comprando cose in %, ma con gli €, mi focalizzo su questi e a volte (chissà quante!) ho rinunciato a prendere quei bei eurini in vista di una quantità maggiore, correndo il rischio di perderli.
La mente è alleata della pancia, ma non sa che così facendo rischia di rimanere a secco, quando dovrebbe invece accontentarsi di qualcosa di sicuro, anche se in misura inferiore rispetto alle più rosee aspettative;
2° caso:
la scommessa sta prendendo una brutta piega, in buona sostanza non ci sto prendendo, il risultato continua ad essere l'opposto di quello che avevo pronosticato.
Qui, anziché pensare in positivo, mi concentro su ciò che di brutto sta accadendo e la mia mente, per paura che io rimanga senza soldi, con i quali potrei comprare cibo per alimentarla, mi spinge ad uscire dal trade limitando così la perdita.
In questo caso, la mente mi spinge ad uscire dal trade, per paura di perdere i soldi che speravo di moltiplicare. Così facendo, però, rinuncia/o proprio a questa possibilità.
Conclusione:
quando le cose vanno per il verso giusto, è giusto in alcuni casi uscire anzitempo;
quando le cose invece vanno all'opposto, può essere sensato non curarsene e rimanere nel trade, nel caso mancassero ancora tanti minuti prima della conclusione della partita, e/o nel caso la squadra che deve vincere o rimontare è oggettivamente più forte e sta giocando bene.
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