Ogni volta che parlo con qualcuno di lavoro, ho sempre la dimostrazione che la gente sia stupida.
Infatti, cosa pensa e cosa la gente?
Alla gente piace dire di lavorare tanto, alcuni si vantano proprio di essere dei gran lavoratori indefessi.
La realtà è che non possono non lavorare quelle tot ore, e così cercano di eliminare dalla loro mente questa loro impotenza, inventandosi la bufala del lavoro che nobilita l'uomo.
Poi c'è chi si vanta di fare carriera, passando ad esempio da 1.300 euro al mese a ricchi 1.500 ahahah Ma di che carriera stiamo parlando? Ma per piacere! E anche qui alcuni affermano che per fare carriera sia necessario lavorare più ore del normale, quando invece non è affatto così, perché ad esempio mio padre ha fatto un po' di carriera in banca, facendo gli straordinari solo quando era necessario al pari di tutti gli altri.
Ciò che conta sono i risultati e l'anzianità e, in certi casi, la disponibilità nel trasferirsi in un'altra città considerata più importante, dove magari c'è la sede principale, come ad esempio a Milano.
Chi, invece, vuole farvi lavorare non 8 ore ma 10 ore, tra l'altro ogni giorno, con la scusa che "voi siete imprenditori di sé stessi" (capita spesso nel settore immobiliare delle varie agenziucole di quartiere, tirate su col franchising), è semplicemente un truffatore che cerca di sfruttarvi alla grande vendendovi fumo.
Alla gente però piace comprare questo fumo, per poi dire in giro che lavora tanto, che così farà carriera, ecc.
A me, sinceramente, non frega nulla. Se la gente vuole rovinarsi con le proprie mani, liberissima di farlo. A me importa soltanto avere la FORZA MENTALE di non entrare nel loro girone infernale!
E se pensate che non si stia rovinando, beh, guardate i volti e gli occhi di questa gente lavoratrice indefessa: spesso sono tristi o se va bene inespressivi, oppure è sempre arrabbiata.
E, a proposito di inferno, ecco tutti quei dipendenti che, pur essendo a conoscenza delle difficoltà economiche dell'azienda presso cui lavorano, non accettano alcuna buonauscita, per poi ritrovarsi in braghe di tela una volta licenziati a seguito del fallimento.
Di mezzo c'è sempre il mito e l'orgoglio del duro lavoro.
Il fatto è che la gente, una volta che ha trovato il "posto fisso" (seee, ormai non esiste più tranne che nel settore pubblico), non ci pensa proprio a cambiare, non ne vuole sapere, si fossilizza lì. Ma c'è anche un altro fattore determinante: il voler andare a lavorare perché non si saprebbe altrimenti che fare durante la giornata. D'altronde ci è stato insegnato che in vacanza ci si va soltanto ad agosto, negli altri 11 mesi giù a lavorare ahahah!
E perché tutte queste persone verranno fregate dal sistema?
Perché in realtà non lavorano perché gli piace, ma perché sono anch'esse vittime del consumismo e devono comprare, comprare e ancora comprare.
Così facendo, anziché risparmiare e investire, se fanno lavori umili, oppure se spendono troppo, ecco che si ritroveranno senza risparmi e senza entrate extra. In questo modo, durante una qualsiasi crisi (licenziamenti, pandemie, guerre), faranno una vita infernale.
Molto meglio, dunque, risparmiare e nel frattempo capire in quali settori e attività investire, avendo sempre una visione di medio-lungo periodo, evitando come scrivo spesso di prelevare i primi guadagni, perché bisogna sfruttare l'interesse composto, non togliersi gli sfizi dopo il 1° mese di guadagni.