L'altro giorno, non so se 1 o 2 giorni fa, mentre stavo per preparare pranzo, ho deciso di accendere la TV e in particolare di indirizzare il mio sguardo e udito verso Sportitalia.
C'era una trasmissione condotta dal direttorone Criscitiello, tutta incentrata sul caso Acerbi-Juan Jesus.
Premettendo che secondo lui non ci sono differenze tra bianchi e neri, che ormai siamo tutti mischiati e abbiamo amici di ogni colore e provenienza, ecc., sapete cosa ha chiesto?
Ha chiesto se insulti simili a quelli di Acerbi (sempre che abbia detto quello che pare abbia detto, non c'è un alto livello di certezza, a me sinceramente pare strano che abbiano pronunciato quella frase orribile) sono un qualcosa che può capitare all'interno di un campo di calcio, se è un qualcosa che si può in qualche modo accettare (non ricordo esattamente la sua domanda, ma il succo è questo).
Ma anche se fossero insulti che certi calciatori di ogni serie sono soliti profferire, cosa cambierebbe? Farebbero sempre e solo schifo. Non è che se solo perché sei su un campo di calcio in predo all'agonismo, alla foga, alla rabbia per qualche fallo o insulto subito, allora ti metti a dire certe cose schifose usando queste scusanti.
C'era un altro giornalista in studio che pur essendo anche lui contro il razzismo, ha detto che anche chi insulta i meridionali, i grassi e i pelati sta compiendo una discriminazione.
E vabbé, buttiamola in caciara o concludiamo a tarallucci e vino come si suol dire nella nostra italietta provinciale.
Questa persona, e quelle come lui - che non sono cattive e razziste, ci mancherebbe, ma solo un po' bacate - non capisce che nessuno Stato ha mai discriminato un pelato, un grasso o un proprio cittadino proveniente da una zona magari povera di quello stesso Stato, mentre sono esistiti Stati e regimi che hanno perseguitato stranieri e chi credeva in religioni diverse da quelle ammesse.
Quindi se uno insultao uno grasso e pelato in realtà non lo sta discriminando in maniera seria e pericolosa, ma lo sta prendendo in giro, perché mica vuole negargli diritti. Mentre se uno insulta un nero/giallo, ecc. o o un ebreo/islamico/buddista/indù o anche soltanto un protestante (nemico giurato dei cattolici) o perché un ateo (come me!) ecc., sta compiendo un atto che si avvicina alla discriminazione per via della Storia e perché si è un altro livello, di mezzo non c'è una differenza fisica 'simpatica', ma una differenza profonda, con l'uomo medio di un certo Paese 'spaventato' dalla diversità altrui che usa per tenerlo/i alla larga, anche se innocente. Mentre non c'è nessuno che ha questa paura ad un pelato, perché tutti possono esserlo/diventarlo.
Spero di essermi spiegato.
Ma non mi spiego come gente che pone domande stupide come Criscitiello campeggi in tv da anni ahahah
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