La newslettere di SoldiExpert ci parla di titoli azionari che stanno andando male, malissimo, ma di cui non riusciamo a disfarcere a causa di alcuni bias.
Si dice che una persona media se ne disfa soltanto se riesce a guardare il doppio dalla vendita di un altro titolo (es: titolo 1 perde il 44%, lo vendo solo se riesco a vendere titolo 2 salito dell'88%).
Ma il bello viene ora, quando si parla di poker e della mancanza di una strategia di uscita:
" Secondo alcuni esperti di un campo che non si dovrebbe accostare all’investimento, il poker, possiamo imparare qualcosa dal gioco d’azzardo per diventare investitori un pochino migliori.
La maggior parte degli investitori manca di un “asso nella manica": una strategia di uscita. Cosa può insegnare il poker?
I professionisti del poker hanno una caratteristica rispetto agli “amatori” del gioco: scartano, ovvero rinunciano alla maggior parte delle giocate. In pratica non entrano nel gioco. Una variante popolare del poker si chiama Texas Hold’em: vengono distribuite due carte e i giocatori devono decidere se scommetterci sopra. La stragrande maggioranza di chi gioca per passione accetta le carte e scommette. L’85% dei giocatori di poker professionisti, invece, rinuncia.
Questi giocatori che fanno del gioco d’azzardo una professione ritengono che non valga la pena giocare la maggior parte delle volte: le probabilità di perdere sono ritenute troppo alte.
Secondo l’ex giocatrice di poker Anna Duke, siamo troppo concentrati sull’entrata nel gioco e troppo poco sull'uscita dal gioco. Forse il segreto del successo di un investitore è anche capire quando smettere e cambiare rotta."
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