Privacy

Questo blog utilizza solo strumenti di Google, non sono presenti software, app, plugin o altro di fornitori terzi. Non vengono raccolti dati personali dall'autore del blog. Possono essere inseriti, in alcuni post, link di affiliazione.

This blog uses only Google tools, there are no software, apps, plugins or other things of third-party providers. Personal data is not collected by the blog author. Affiliate links may be included in some posts.

martedì, dicembre 20, 2022

Povero Gianluca

 Un altro grande ex doriano sta soffrendo molto e rischia di lasciarci.

Sto parlando di Gianluca Vialli che da qualche anno, mi pare 5 (2017), sta lottando contro un tumore al pancreas.

Purtroppo la sua condizione si è aggravata la scorsa notte...

Dato che sono una persona pragmatica non mi va certo di dire le solite frasi motivazionali, positive, ecc., ecc., per cui vado dritto al punto, perché dobbiamo essere consapevoli di ciò che sta affrontando e di ciò che forse saremo costretti a leggere tra qualche giorno.

Nel sito della Fondazione Veronesi c'è scritto quanto segue:

"Purtroppo, a differenza di altri tumori, quello del pancreas risulta essere il più letale. Tre quarti dei malati va incontro a decesso entro un anno dalla diagnosi e a 5 anni dalla scoperta della malattia sono vivi solo 8 pazienti su cento. Le ragioni di questo insuccesso sono molte: i sintomi nelle fasi iniziali della malattia non si manifestano oppure non sono sufficientemente specifici per suscitare sospetti, così spesso la neoplasia viene scoperta con troppo ritardo quando il tumore ha formato già molte metastasi. Non solo, per la natura stessa del tumore -particolarmente ricco di tessuto stromale- è difficile veicolare farmaci antitumorali al suo interno. Due caratteristiche che rendono il tumore del pancreas particolarmente difficile da trattare."

Insomma, anche se vengono effettuati cicli di chemioterapie, se scoperto in ritardo, è difficile salvarsi...

Nella sfortuna possiamo comunque dire che Gianluca è riuscito a gioire col suo grande amico Roberto a Wembley nel 2021, dopo quasi 30 anni da delusione della finale di Champions con la loro Samp.

Avere al proprio fianco un grande amico per gioire con lui è una grandissima fortuna che capita a poche persone. 

Ah, dimenticavo. Vialli è stato l'ideatore, se non erro, di una sorta di fondo e piattaforma di investimenti legata al mondo del calcio, di nome Tifosy, attraverso cui ogni tifoso poteva investire dei soldi per aiutare determinati a club a costruire ad esempio dei campi di allenamento, rinnovare una curva, ecc.

Grazie per questa grande idea!

lunedì, dicembre 19, 2022

5 motivi per cui Maradona è meglio di Messi

Piccola prefazione: tra Messi e Ronaldo il portoghese, ho sempre preferito il primo. Sempre. Non ho mai avuto alcun dubbio.

Svolgimento: Maradona è meglio di Messi, oltre che di Pelé (vabbé, già si sapeva!), per svariati motivi.

1° perché è venuto prima di lui;

2° perché ha vinto con squadre nettamente inferiori rispetto ai vari Barcelona con cui Messi ha giocato e stravinto e alle varie nazionali... Messi ha sempre avuto al suo fianco in attacco dei fenomeni come Tevez, Higuain, Di Maria e tantissimi altri, così come nel Barça ebbe al suo fianco Xavi, Iniesta, Neymar, Suarez e tanti altri come Henry e Ibrahimovic;

3° perché all'epoca di Diego c'erano ferree marcature a uomo, c'erano interventi fallosi pericolosissimi, oserei dire criminali, che non venivano sanzionati se non in poche occasioni;

4° perché appunto Messi è stato giustamente, e per fortuna, protetto, + o - alla  pari di altri attaccanti dalle nuove regole e sanzioni arbitrali;

5° perché Messi, per arrivare idealmente al livello di Diego, ha dovuto vincere, tra l'altro ai rigori, quindi neanche nettamente, il Mondiale a 35 anni (alcuni potrebbero però dire che Maradona a 30 anni era finito, sì, vero, ma 30 anni fa circa quanti erano i calciatori che riuscivano a superare quella soglia con grande scioltezza rimanendo titolari e decisivi? Pochissimi, perché ci si allenava in maniera diversa, c'erano scarpe diverse, forse anche terreni diversi, ci si curava e ci si faceva operare in maniera diversa, c'erano più scontri duri, c'era poca o nulla scienza nell'alimentazione);

6° perché lo dico io che non sono di Napoli e neanche del Sud :P

Da dove arrivano i giovani talenti della Juventus?

DA DOVE ARRIVANO I GIOVANI TALENTI DELLA JUVENTUS?

 La Juventus è stata la prima società italiana a creare una squadra per la Serie C, in cui far debuttare nel professionismo tanti giovani.

Questa iniziativa è stata molto utile per garantire loro un posto tra i pro, senza doverli cedere in prestito a mille squadrette, avendoli così sempre sotto i propri occhi e sempre a disposizione.

In questa travagliata stagione per la squadra A, ecco che Allegri ha potuto respirare una boccata d'ossigeno proprio grazie ai giovani talenti, come ad esempio Miretti, Fagioli e Illing Jr.

Vediamo da dove arrivano, dove li hanno 'pescati'!

JUVENTUS PRIMA SQUADRA

Fabio Miretti, centrocampista del 2003, ora vale almeno 15 milioni dopo le sue 13 presenze in A. Nasce nel settore giovanile bianconero, quindi complimenti!

Matìas Soulé, ala o trequartista argentino del 2003, arrivò nel gennaio 2020 dal Velez in cambio di 2 milioni e 200 mila euro. Ora vale il doppio e, dopo una stagione da titolare con in Serie C, deve essere forte e paziente in attesa di trovare spazio. Ma con la Juve attuale tra crisi di risultati, di gioco e infortunati, il 2023 può essere il suo anno.

Nicolò Fagioli, centrocampista del 2001, vale 8 milioni (ma secondo me dovrebbe valere minimo come Miretti), ed arrivò alla Juve nel lontano 2015 dalle giovanili della Cremonese (quindi a 14 anni), alla bella cifra di 210 mila. Insomma, un predestinato!

Marley Aké, ala sinistra francese del 2001, l'anno scorso titolare in C con 5 gol e 4 assist, è arrivato nel gennaio 2021 dal Marsiglia in cambio di ben 8 milioni. Ora però vale meno di quel che valeva 'realmente' all'epoca: 2 milioni e 200 mila anziché 2 milioni e 500 mila.

JUVENTUS NEXT GEN (Serie C - Girone A)

Samuel Illing Jr., ala sinistra inglese del 2003, con già 1 assist in Serie A e 1 in Champions League, venne acquistato per appena 130 mila euro dal Chelsea U18 nel settembre 2020. Ora vale già lmeno 3 milioni e mezzo.

Felix Correia, ala portoghese del 2001, venne invece pagato addirittura 10 milioni e mezzo nel giugno 2020, prelevandolo dal Manchester City U23. Dopo una stagione da riserva al Parma in B e l'infortunio attuale, ora vale soltanto 1 milione circa.

Félix Nzouango è un difensore del 2003, acquistato per circa 3 milioni nel settembre 2020 dall'Amiens U19. Dopo una stagione da titolare con la Primavera, ora fatica a trovare spazio con la Next Gen e vale meno di 1 milione.

Tarik Muharemovic è un difensore bosniaco del 2003, e arriva dall'Austria, essendo stato ingaggiato nell'agosto 2021 a parametro zero, dopo aver giocato per il Wolfsberger. Valeva 400 mila, mentre ora è salito a 700 mila e sta trovando un po' di spazio in C.

Tommaso Barbieri, terzino destro del 2002, ha giocato qualche minuto in Champions e sta trovando abbastanza spazio in Serie C.
Arrivò a Torino nel settembre 2020 dal Novara per 1 milione e 600 mila euro. In realtà ora però ne vale solo 600, ma questo suo valore 'reale' è in crescita per cui sono sicuro che la Juve non andrà in minusvalenza.

Enzo Barrenechea, mediano argentino del 2001, arrivò invece dal Sion nel gennaio 2020 per quasi 5 milioni! Quando in realtà il suo valore del momento era di 100 mila, mentre ora è di 600 mila. Un acquisto fatto ovviamente in prospettiva. In C è titolare, quindi sicuramente continuerà a crescere. 

JUVENTUS UEFA U19 e PRIMAVERA

Tommaso Mancini, attaccante del 2004, arrivato per 2 milioni dal Vicenza la scorsa estate. Dopo i 10 gol in 13 partite con la Primavera del club veneto da sottoetà nel 2020/2021, ci si aspettava forse di più dei suoi attuali 4 gol.

Facendo un breve riepilogo, notiamo come 2 giocatori siano arrivati dalla Francia, altri 2 dall'Inghilterra, 2 dall'Italia, 1 dall'Austria, 1 dall Svizzera, 1 dall'Argentino e 2 dal settore giovanile bianconero.

domenica, dicembre 18, 2022

Commoventi napoletani

 Chi ha tutto il diritto e tutte le ragioni di tifare Argentina sono i tifosi napoletani che vedono Maradona come un dio sceso in Terra per illuminare la loro città angustiata dalla povertà, dai disagi, dalla criminalità, senza che mai nulla cambi.

Oggi hanno tifato Argentina a squarciagola e Diego era lì con loro, secondo loro l'Albiceleste ha vinto grazie a Maradona. Messi potrà essere sulla cresta dell'onda da 16 anni, potrà giocare da fuoriclasse assoluto per altri 5 anni dimostrando una continuità impossibile per El Pibe de Oro, segnando anche 50 gol a stagione e vincendo di tutto di più, ma per loro Diego è e rimarrà il mito indiscusso che guida dall'alto la nazionale.

Se ora c'è chi dice che Messi ha finalmente eguagliato Maradona, beh secondo i napoletani si sbaglia, perché non ci sono paragoni, perché se Messi ha vinto, è perché così ha voluto Diego!

Insomma, Maradona resta Maradona, ovvero quel fuoriclasse assoluto capace di vincere in Italia ed in Europa con una squadra, il Napoli degli anni 80, che non era certo forte come il Barca e il PSG di Messi, con una squadra capace di far sentire il grido e la fame del Sud contro un Nord ricco per natura che vinceva con comodità.

Non sono napoletano, non sono del Sud, ma come ho già detto in altri post simpatizzo per la Juve, ma nonostante ciò anche per me Maradona è unico e inarrivabile. Il suo carisma è stato un qualcosa di unico che Messi è riuscito a dimostrare di avere soltanto ora a 35 anni.

Troppo ridere a che livello sia sceso il Circolo dei Mondiali

 Nell'ultima puntata, in cui si è celebrata la vittoria dell'Argentina, ecco che al Circolo ci sono le grandi interviste, come quella a Tagliafico, sti gran biiiip. Non Messi, Enzo Fernandez, Di Maria, no, Ta Glia Fi Co

WOW

Poi ecco la doppia esaltazione di Adani: prima viene mandato un video di lui che balla in studio come uno sciupafemmine di provincia, subito dopo la De Stefano si vanta di avere in Rai il più sudamericano dei telecronisti.

Ma non finisce qui: immediatamente l'attenzione ricade sul principino Marchisio, che viene invitato da lei e da Sara Simeoni a spogliarsi sotto la musichetta di You can leave your hat on di Joe Cocker.

Giornalismo d'alta scuola e d'altri tempi.

Sinceramente non so se guardare e proseguire...