Ieri stavo leggendo un vecchio numero del Guerin Sportivo in cui si parlava del numero esorbitante di calciatori (o presunti tali) stranieri nel campionato italiano di Serie A "piovuti dal cielo" (uh) dalla stagione '96/'97, cosa che destabilizzò il sistema, visto che molti calciatori italiani che giocavano in A dovettero scendere di categoria per trovare posto, vista la mania dell'epoca - e attuale - di ingaggiare a parametro zero un fracco di stranieri comunitari senza alcun problema (ma non c'era e non c'è alcun problema neanche con gli extracomunitari: se infatti provengono dal Sud-America, è facile trovare qualche lontano parente europeo o, se proprio non si trova niente di meglio, falsificare i passaporti come fecero gli onesti dell'Inter..).
Negli stessi istanti stavo pensando al Parma "guidato" da Giovinco, piccolo fantasista nato a Torino e cresciuto nella Juventus che Ghirardi, il presidente del Parma, vorrebbe tenersi a vita.
Cosa pensavo precisamente? Che sicuramente questa società punta sugli italiani, meglio se giovano, pescandoli da qualche Primavera. Invece no, Primavera sì, forse, ma meglio se cinese.
Il motivo? Il calcio cinese è in espansione - ad esempio è stato recentemente ingaggiato Nicolas Anelka - ed entrarci fin dall'inizio del boom è una buona tattica di marketing. Non c'è altro motivo che i soldi che si prevedono di incassare o di risparmiare, ad esempio facendo arrivare calciatori promettenti, il cui ingaggio sarà sostenuto da imprese private cinesi che avranno in cambio uno spazio per pubblicizzarsi.
E i nostri calciatori devono espatriare andando in Polonia, Grecia, Romania, ecc.
Nessun commento:
Posta un commento