DIFFERENZE TRA LAVORO E PRO BETTING
Spesso dico che il betting dev'essere visto come un lavoro, perché ogni giorno dobbiamo essere sul pezzo per trovare occasioni e guadagnare (e non serve per forza essere in attivo ogni giorno, comunque).
Ma è ovvio che non si tratti di un classico lavoro per cui si viene pagati in base a cose come: titolo di studio, ruolo, anzianità, ore trascorse in ufficio, lavori eseguiti e balle varie tra cui leccaculismo, ricatti e minacce (come avveniva nella famosa megaditta fantozziana ahahah).
E già solo queste cose vi fanno capire come il betting sia nettamente migliore rispetto ad un classico lavoro in cui bisogna alzarsi ogni giorno alla solita ora, fare sempre il solito tragitto, vedere sempre le solite persone, eseguire sempre le stesse azioni (su ordine) e prendere sempre lo stesso stipendio.
Che noia, che barba.
Non c'è un minimo di novità, di fantasia, di evoluzione, di crescita economica.
Ciò rappresenta la morte intellettuale, psicologica, fisica e finanziaria della persona!
Quindi da una parte c'è un qualcosa di vecchio e di statico.
Dall'altra parte, la mia, la nostra, la dinamicità, la possibilità di ottenere profitti sempre più alti, liberandoci dalle catene del lavoro tradizionale.
Per riuscire a guadagnare bene dal betting non bisogna essere laureati in matematica o in economia o presso qualsiasi altra facoltà (io ad esempio non lo sono, essendo scappato a gambe levate dall'Università pochi mesi dopo l'iscrizione).
Ciò che conta è avere una grande pulizia nella propria mente, operando quando si è lucidi e adoperando i giusti vocaboli.
Per diventare un professionista, bisogna esserlo, bisogna sentirsi tali sin dal primo momento in cui si desidera guadagnare anche soli pochi spiccioli con la volontà di crescere.
Non si può pensare di farne un lavoro pensando al gioco, alla fortuna, alla sfiga, al caso, all'allenatore che non capisce niente, all'arbitro venduto e altre cavolate.
Non si può sperare, maledire, imprecare, strapparsi i capelli, pregare e compiere altre azioni totalmente inutili.
Io non ho mai visto un dentista o un commercialista sperare di operare bene di giorno in giorno, perché insicuri delle proprie capacità o perché paurosi dei problemi da risolvere.
E non ho mai visto un professionista che non si ritiene tale sin dal primo giorno.
Non è che dice: "Ma sì, proviamo, vediamo". O lo sei o non lo sei.
E se non lo sei e vorresti diventarlo, ti fermi, rifletti, pensi, studi, elabori, calcoli e alla fine arrivi ad una conclusione, per poi darci dentro o fare altro.
La trasformazione da scarso a professionista del betting non avviene grazie a presunte strategie (che tali non sono, in quanto quelle che vi vengono vendute come tali, sono casomai tecniche), ma dalla vostra mente: quanto ci credete, come vi atteggiate, come riflettete, a cosa badate (andate a vedersi tanti siti che presentano numeri sul betting e le partite o andate a commentare gli articoli della Gazzetta e siti simili?).