Ma i calciatori cosidetti professionisti nel senso che fanno solo quello di mestiere e che vengono lautamente retribuiti, sono davvero dei professionisti o dei dilettanti allo sbaraglio?
Ci sono calciatori che si trasformano in dilettanti quando si.. dilettano con le loro macchinette super veloci e provocano incidenti o incappano in salate (ma non per loro) multe, penso ai recenti casi di Balotelli, Vidal, Niang e tanti tanti altri, poi quasi tutti si danno ai tatuaggi che coprono ogni cm della parte alta del corpo col risultato di non capire, perlomeno non da distanza ravvicinata, di che disegno si tratti, poi ovviamente ci sono i discotecari e gli alcolizzati (anche qui mettiamo il nome del simpaticissimo Vidal), altri, specie difensori e mediani, che in campo sono abilissimi in una sola cosa, fallacci, gomitate, sputi e risse, wow che professionisti, poi ovviamente quelli che trombano ogni buco che respira.
Non finisce qui, ci sono infatti anche quelli che, siano essi tamarri o brave persone (o brave persone all'apparenza tamarre), spingono per tornare anzitempo in Sud America perché lo chiede la famiglia.
Ma siamo pazzi?
Se io sto lavorando in Europa, il mio sogno da bambino, perché mai a soli 30 anni o giù di lì, dovrei tornare nel Paese dove per anni ho vissuto nella povertà, magari pure in mezzo alla criminalità e quindi rivedere queste cose anche solo da lontano? E che ne è della mia autonomia di adulto e professionista?
Questo è un po' il caso di Tevez, ma anche di tantissimi altri. Tevez può dare ancora tanto al calcio italiano ed europeo. Lui spinge per tornare in Argentina per amore della famiglia. Ma la sua famiglia anziché trattarlo come un 12enne, non può venire in Italia, ambientarsi e vivere qui serenamente, lasciando il bimbo Tevez in pace?
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