Ogni giorno la gente si alza arrabbiata o apatica per andare a lavorare o per cercare di fare business... ma niente cambia in meglio: o rimane tutto uguale o peggiora.
Ma anche quando la massa riesce a guadagnare qualcosina in più, il modo di rapportarsi alla vita non cambia.
Perché?
Secondo perché si è come imprigionati sempre nello stesso sistema di vita, perciò ogni giorno si sta dietro a tanti impegnucoli, rotture di scatole, convenzioni, obblighi, ecc., e si nota come la ricerca e l'ottenimento del successo economico non riesca a LIBERARE le persone da tutte queste cose.
In parole povere nessuno riesce a godersi la vita, se non a momenti, ma sono momenti futili che fuggono via e lasciano poco o nulla, mentre nella maggior parte del tempo ci si fa il sangue amaro a causa delle varie incombenze, dello stress, del traffico, delle preoccupazioni, ecc.
A qualunque età e in ogni posto si è sempre vittime di problemi e impegni.
Tutti sono sempre pronti a lamentarsi e a preoccuparsi di questo o quello. Non importa se grande o piccolo, se facilmente risolvibile o meno. No, l'importante pare essere lamentarsi. Non fare qualcosa per risolvere effettivamente un problema e poi vivere bene, no, sia mai!
Ricordo un piccolo episodio dei bei vecchi tempi a scuola: mentre alcuni compagni discutevano preoccupati di qualcosa, io guardavo beatamente il cielo dalla finestra pensando alla mia bella pedalata pomeridiana. Due compagni mi dissero che volevano essere come me, ovvero riuscire ad essere sereno e guardare oltre.
Il fatto è che io ho sempre odiato gli obblighi e le convenzioni perché li ho sempre ritenuti innaturali e non ho mai voluto modificare la mia natura, il mio essere dal prossimo e dal sistema. Ci sono persone che se vengono bocciate e licenziate ci stanno male, rischiano la depressione e altro. Io non mi vergono a dire che sono stato bocciato e non me ne è mai fregato alcunché. Problemi dei professori, non certo miei, a me non cambia nulla. Io rimango io. Ovviamente non mi bocciarono perché ciuccio, ma perché ad un certo punto della stagione scolastica smisi di studiare (dovevo leggere i miei libri preferiti, mica avevo tempo da perdere in altro, eheh).
Io sono io e sarò io in ogni posto e in ogni tempo. Se non vi ponete in questa modalità da "esseri superiori" (in senso buono), sarete sempre vittime della vita.
Se so che ci sono dei posti in cui poter essere sereno, come ad esempio un lago, non faccio e non farò come la maggior parte delle persone che va lì per rilassarsi e passare il tempo libero, per poi tornare in città tornando ad essere incazzati, nauseati, apatici o altro, ma continuerò a pensare a quel posto ameno e pacifico per poter sentirmi sereno sempre o quasi, perché indipendentemente dalle varie sfighe in cui incapperò, so che là ci sarà quel lago ad attendermi.
Potrei concludere asserendo che il nostro scopo dev'essere la ricerca della serenità costante e non è certo un qualcosa che si ottiene con la quantità di denaro guadagnata e poi spesa, bensì tramite la ricerca interiore, tramite la nostra mente e la nostra visione.
Senza una visione personale della società e della vita non si otterrà alcun benessere psicofisico, ma si vivrà sempre da schiavetti della società, quindi stressati, preoccupati e insoddisfatti ora e per sempre.